Auto aziendali in uso promiscuo, nuove regole dal 1° luglio 2025
Con l’avvicinarsi del 30 giugno 2025, i datori di lavoro – pubblici e privati – dovranno prestare particolare attenzione alle novità in materia di tassazione delle auto aziendali concesse in uso promiscuo ai dipendenti. La Legge di Bilancio 2025 (legge n. 207/2024) ha infatti introdotto un nuovo sistema di calcolo dei fringe benefit, superando il precedente regime ancorato alle emissioni di CO₂ per promuovere una mobilità più sostenibile.
Il nuovo sistema di tassazione per le auto in uso promiscuo
A partire dal 1° luglio 2025 entrerà in vigore un nuovo criterio per la tassazione dell’auto aziendale usata in maniera mista (lavorativa e privata), che abbandona il sistema basato sulle emissioni inquinanti per adottarne uno legato alla tipologia di alimentazione del veicolo.
Le nuove aliquote fiscali per il calcolo del valore imponibile sono:
- 10% del costo chilometrico annuo per i veicoli elettrici (BEV);
- 20% per i veicoli ibridi plug-in (PHEV);
- 50% per le auto tradizionali (benzina, diesel, ecc.).
Il calcolo si basa sempre su una percorrenza convenzionale annua di 15.000 chilometri, moltiplicata per il costo chilometrico individuato dalle tabelle ACI aggiornate.
Cosa succede prima del 30 giugno 2025: la clausola di salvaguardia
Nel contesto delle nuove disposizioni, il Decreto Bollette (D.L. n. 19/2025, convertito nella legge n. 60/2025) ha introdotto una clausola di salvaguardia per le auto aziendali ordinate entro il 31 dicembre 2024 e concesse in uso promiscuo tra il 1° gennaio e il 30 giugno 2025. Per questi veicoli continuerà ad applicarsi il vecchio regime basato sulle emissioni di CO₂.
Anche in questo caso, la percorrenza convenzionale di 15.000 km annui viene moltiplicata per una percentuale diversa in base alle emissioni:
- 25% per emissioni fino a 60g/km;
- 30% per emissioni tra 61g/km e 160g/km;
- 50% tra 161g/km e 190g/km;
- 60% oltre i 190g/km.
Importante sottolineare che la clausola non considera né la data di immatricolazione del veicolo né la firma di un contratto formale, ma si fonda esclusivamente sull’effettiva assegnazione al dipendente entro il 30 giugno 2025.
Continuità d’uso e riassegnazione interna
Il regime transitorio copre anche i veicoli concessi in uso promiscuo tra il 1° luglio 2020 e il 31 dicembre 2024, purché l’auto mantenga la sua funzione originaria senza interruzioni, anche in caso di riassegnazione ad altro dipendente. Questo principio evita distorsioni nel trattamento fiscale e consente di applicare le vecchie regole per tutta la durata d’impiego del mezzo.
Esempi pratici: quanto cambia
Facciamo due esempi per capire l’impatto concreto del nuovo sistema.
Caso 1 – Auto elettrica:
Con il nuovo regime, il fringe benefit è calcolato applicando il 10% al costo chilometrico ACI. L’importo sarà quasi sicuramente inferiore alla soglia di esenzione (1.000, 2.000 o 5.000 euro), rendendolo fiscalmente irrilevante.
Caso 2 – Auto ibrida plug-in:
Qui si applica il 20%, e sebbene il beneficio sia più alto rispetto al full-electric, potrebbe comunque rientrare nei limiti di esenzione per chi ha figli o è neoassunto.
Al contrario, un veicolo diesel continuerà a rappresentare un fringe benefit più oneroso, data l’applicazione del 50% del costo ACI, che potrà facilmente superare le soglie di esenzione.
Conclusioni
Le novità introdotte dalla Manovra 2025 cambiano radicalmente il modo in cui vengono tassate le auto aziendali concesse in uso promiscuo. Il nuovo sistema premia la scelta di veicoli a basse emissioni e impone ai datori di lavoro una valutazione attenta in fase di assegnazione, soprattutto in vista della scadenza del 30 giugno 2025, data spartiacque tra vecchio e nuovo regime. La clausola di salvaguardia rappresenta una tutela fondamentale per chi si muove per tempo, ma dal 1° luglio in poi si entra ufficialmente in una nuova era.