Da giugno 2026, una volta recepita la Direttiva (UE) 2023/970 del 10 maggio 2023, i lavoratori potranno richiedere al datore di lavoro di conoscere la propria retribuzione e quella media per genere dei colleghi che svolgono lo stesso lavoro o un lavoro di pari valore, al fine di favorire la parità salariale tra uomini e donne.

La trasparenza retributiva diventa obbligatoria già in fase di selezione: i datori non potranno chiedere il precedente salario del candidato e dovranno indicare la retribuzione iniziale o la sua fascia, con linguaggio neutro e conforme al genere.

I sistemi di valutazione e le retribuzioni dovranno basarsi su criteri oggettivi, neutrali rispetto al genere (come competenze, responsabilità, condizioni di lavoro), per evitare discriminazioni dirette o indirette.

I lavoratori avranno il diritto di richiedere dati individuali sulla propria retribuzione e la media per genere all’interno della stessa categoria e potranno divulgarli se serve a far valere il diritto alla parità salariale, per le aziende con almeno 100 dipendenti, a partire dal 7 giugno 2027 scatteranno obblighi di reportistica su indicatori come gender pay gap e differenze nelle componenti retributive variabili, se il divario retributivo supera il 5 % e non può essere giustificato con criteri oggettivi, il datore e le rappresentanze dei lavoratori devono condurre una valutazione e adottare misure correttive entro sei mesi.

Sono previste tutele per chi denuncia violazioni, con possibilità di ottenere risarcimenti comprensivi di arretrati, bonus e danni materiali o immateriali.