Tenendo conto dell’aumento del costo della vita per le famiglie di impiegati e operai così come rilevato dall’Istat, le Parti hanno discusso sulla necessità di riconoscere un incremento delle retribuzioni minime contrattuali e dei valori convenzionali del vitto e dell’alloggio.

Pur avendo, le Associazioni datoriali, messo in evidenza gli eccessivi oneri a carico dei datori di lavoro, le Organizzazioni Sindacali hanno manifestato la necessità di dover garantire livelli retributivi maggiori ad una platea di lavoratori che deve fronteggiare il costante aumento del costo della vita.

Ciò premesso, in mancanza di un accordo, a decorrere dal 1° gennaio 2023 il Ministero del Lavoro ha determinato l’aumento retributivo del 9,2%, pari all’80% della variazione del costo della vita per le famiglie di impiegati ed operai rilevate dall’ISTAT e in misura pari al 100% per i valori convenzionali del vitto e dell’alloggio, come previsto dall’art. 38 del CCNL domestici