Nel diritto del lavoro italiano, la recente giurisprudenza chiarisce un principio di primaria importanza: spetta al lavoratore dimostrare sia l’esistenza del danno alla salute che la nocività dell’ambiente lavorativo e il nesso causale tra i due.

Fondamento normativo e dottrina consolidata
Secondo l’art. 2697 c.c., che regola l’onere della prova, il lavoratore deve fornire elementi probatori in merito a tre punti essenziali:

  1. l’esistenza del danno alla salute;
  2. la nocività dell’ambiente lavorativo;
  3. il nesso causale tra ambiente e danno  .

Contrariamente a una responsabilità di natura oggettiva, l’art. 2087 c.c. non determina di per sé una colpa automatica del datore di lavoro. Per attribuirgli responsabilità, è necessaria la dimostrazione della sua violazione di obblighi specifici di sicurezza, sia normativi sia tecnici  .

Conferme dalla Cassazione
Numerose pronunce della Corte di Cassazione (Cass. 23291/2020, Cass. 38835/2021, Cass. 31920/2022, Cass. 4210/2022) ribadiscono che non basta lamentare il danno: il lavoratore deve “allegare e dimostrare” la nocività ambientale e il legame causale  .

Solo dopo che il lavoratore ha superato questo primo scoglio, scatta un secondo onere di prova a carico del datore di lavoro: dimostrare di aver adottato tutte le misure precauzionali necessarie per prevenire il danno ().

 Casi concreti
In un caso, un operaio caduto durante una verifica bulloni non ha potuto ottenere risarcimento perché non ha dimostrato che l’ambiente di lavoro fosse intrinsecamente nocivo: l’attrezzo era conforme e le distanze tra postazioni adeguate secondo SPISAL  .

In un altro, mancava completamente la prova di esposizione a rischio specifico, ed è per questo motivo che il giudice rigettò la responsabilità datoriale  .

Implicazioni pratiche

  • Per il lavoratore: necessario raccogliere evidenze oggettive (certificati, perizie, esami ambientali) per dimostrare la nocività e il nesso causale;
  • Per il datore di lavoro: vigilanza, aggiornamento DVR (D.Lgs. 81/08), formazione e messa in atto delle misure di sicurezza documentabili in ogni fase.

Sintesi esecutiva

Fase Onere di prova Responsabilità
1. Danno alla salute Lavoratore: prova danno, nocività, nesso causalità
2. Misure di prevenzione Datore di lavoro: prova di adeguate cautele Responsabilità rischio specifico

La regola adottata dalla Cassazione mira a garantire un equilibrio probatorio che rispetti la natura contrattuale della responsabilità datoriale. La struttura in due fasi dell’onere della prova non impedisce il risarcimento, ma incoraggia il rigoroso utilizzo di strumenti di dimostrazione. In caso contrario, il rischio è una netta esclusione della responsabilità, anche in presenza di un danno accertato.