Le misure del Protocollo di sicurezza anti-Covid restano valide. Devono continuare ad essere applicate perché la conclusione dello stato d’emergenza pandemica, lo scorso 31 marzo, non ha fatto venire meno l’esigenza di prevenzione dei contagi, che destano preoccupazione. Nell’incontro di ieri tra ministeri del Lavoro, della Salute, dello sviluppo economico, Inail, e parti sociali è emersa una volontà comune di confermare le regole del Protocollo del 24 aprile 2020,aggiornato un anno fa.

«Il Protocollo ha funzionato come formidabile strumento di prevenzione del contagio dal virus Covid-19 – ha sottolineato il ministero del Lavoro -, una soluzione unica nel panorama europeo, basata sul dialogo costruttivo fra pubblici poteri e parti sociali che ha consentito la prosecuzione delle attività economiche salvaguardando salute e sicurezza dei lavoratori». Il tavolo di confronto sarà aggiornato a fine di aprile per verificare l’andamento dei contagi e quali misure mettere in campo per l’aggiornamento dello strumento. «Abbiamo accolto positivamente la richiesta dei ministeri di continuare a dare applicazione al Protocollo – ha osservato il direttore dell’Area lavoro, welfare e capitale umano di Confindustria, Pierangelo Albini – intanto, perché lo strumento mantiene la sua utilità e la sua duttilità, nel senso che recepisce in modo automatico ogni novità legislativa.

«Peraltro – come hanno confermato i ministeri – il rispetto dei protocolli continua ad assicurare al datore di lavoro, ai sensi dell’articolo 29 bis della legge 40 del 2020, una maggiore tutela rispetto alle conseguenze del contagio da Covid». I sindacati, anche per voce di Angelo Colombini (Cisl) hanno nuovamente chiesto al Governo di «assicurare ai lavoratori fragili una corsia preferenziale per l’accesso allo smart working», venuta meno dal 31 marzo, in base al Dl 24 del 24 marzo.‌