Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 230 del 3 ottobre 2025, la Legge 26 settembre 2025, n. 144 conferisce al Governo una duplice delega: intervenire sulla retribuzione dei lavoratori e sulla contrattazione collettiva e potenziare i meccanismi di controllo e trasparenza salariale. L’obiettivo è garantire salari equi e proporzionati, in linea con l’articolo 36 della Costituzione, contrastando lavoro sottopagato e contratti “pirata”.

Obiettivi principali
La legge nasce per rafforzare la contrattazione collettiva e limitare la frammentazione dei contratti, collegando il diritto a una retribuzione adeguata al principio di rappresentatività sindacale.
Il Governo dovrà emanare, entro sei mesi dall’entrata in vigore, uno o più decreti legislativi per:

  • assicurare trattamenti economici equi e proporzionati tra i lavoratori;
  • contrastare il dumping contrattuale, ovvero l’uso di CCNL non rappresentativi per ridurre tutele e salari;
  • favorire il rinnovo tempestivo dei contratti collettivi nazionali e la contrattazione di secondo livello;
  • garantire che anche i lavoratori non coperti da CCNL percepiscano almeno i minimi retributivi previsti dai contratti più rappresentativi.

Contratti collettivi e appalti
Per ciascun settore produttivo, saranno individuati i CCNL maggiormente rappresentativi, che fungeranno da parametro minimo per i trattamenti economici.
Negli appalti e subappalti, le imprese dovranno applicare ai lavoratori condizioni economiche non inferiori a quelle stabilite dai contratti prevalenti nel settore.
Le stazioni appaltanti saranno obbligate a verificare il rispetto di tali condizioni e a segnalare eventuali violazioni all’Ispettorato Nazionale del Lavoro.

Inoltre, in ogni comunicazione obbligatoria (modelli UNIEMENS, buste paga, rapporti di lavoro) dovrà essere indicato il codice del CCNL applicato, così da consentire controlli incrociati e collegare l’accesso ad agevolazioni fiscali o contributive alla corretta applicazione contrattuale.

Trasparenza salariale e vigilanza
Il secondo ambito della delega riguarda la trasparenza retributiva e i controlli.
Entro sei mesi, il Governo dovrà introdurre:

  • banche dati integrate per monitorare l’applicazione dei CCNL e la regolarità contributiva;
  • sistemi tecnologici di incrocio dei flussi informativi tra imprese, INPS, INAIL e Ispettorato;
  • una rendicontazione pubblica semestrale sull’andamento di lavoro irregolare, caporalato e contratti elusivi;
  • il potenziamento delle attività ispettive dell’INL e delle altre autorità di vigilanza, per garantire uniformità di applicazione sul territorio nazionale.

Disposizioni finanziarie e ambito di applicazione
I decreti legislativi dovranno essere accompagnati da una relazione tecnica che ne certifichi la neutralità finanziaria o indichi le necessarie coperture.
La legge non si applica ai dipendenti pubblici, che restano regolati dal D.Lgs. 30 marzo 2001, n. 165 e dai relativi contratti del pubblico impiego.

Sintesi interpretativa
La Legge n. 144/2025 segna un passaggio decisivo nel processo di riforma del sistema retributivo e contrattuale italiano, anticipando gli standard di equità salariale e trasparenza promossi a livello europeo.
Essa rafforza il ruolo dei CCNL rappresentativi, lega la correttezza contrattuale all’accesso ai benefici contributivi e introduce una logica di controllo pubblico e tecnologico del mercato del lavoro.
Un sistema, dunque, orientato a ridurre le diseguaglianze salariali, contrastare i contratti non autentici e rendere più trasparente il costo del lavoro nel rispetto della dignità dei lavoratori.